Presto si potranno celebrare le prime nozze tra persone dello stesso sesso nella Basilica di San Pietro. Due uomini, vestiti in frac, diranno il loro "Sì all’amore eterno" direttamente a Papa Francesco. Tanto lui non giudica.
Sono bastate poche parole del Pontefice per appiccare un fuoco di paglia. Perché di questo si tratta. Ad una domanda sull’omosessualità infatti Bergoglio non ha fatto che confermare la linea della Chiesa Cattolica. <<Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?>>, queste le parole del Papa. Parole che sono state poi ripresentate dalla maggior parte dei media in forma abbreviata solo con <<io non giudico i gay>>. Come se fosse lo stesso. In realtà in questa frase c’è tutta l’essenza discriminatoria della Chiesa Cattolica, che Bergoglio ha riconfermato esplicitamente. L’omosessuale deve infatti cercare il Signore e a questa condizione Bergoglio non giudicherà, con tanto di “se” ad iniziare la frase. Dunque ritorniamo punto a capo: un gay può essere gay nella Chiesa Cattolica, ma sapete cosa deve fare? Rinunciare ai rapporti sessuali e ai propri diritti. Bergoglio ha per caso detto “si al sesso tra due uomini o tra due donne”? O per caso ha parlato di unioni civili, matrimoni e adozioni omogenitoriali? No, ha semplicemente riproposto la vecchia bigotta linea cattolica. Niente di innovativo.
Se magari le televisioni ci iniziassero a presentare Bergoglio per quello che è oggi sapremmo di più sulla sua omofobia. Qualche mese prima della sua elezione al trono papale denunciava:
<<Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco quil’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.>>
aggiungendo:
<<Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio>>
e concludendo:
<<Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentinain questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio>>.
Ho trovato producente riportare le frasi per intero sul matrimonio tra persone dello stesso sesso in Argentina, a differenza di quanto fatto con il “non giudizio” di Bergoglio. Parole come “distruttivo” e “guerra” fanno ben capire di che pasta sia fatto il Papa. E sono dichiarazioni recenti, del marzo 2013.
Ritornando all’intervista del “non giudizio” il Pontefice ha riesumato anche il tema della lobby gay in Vaticano, che qualche settimana fa aveva “scoperto”. Senza scendere nel dettaglio e evitando di analizzare il modo per cui una lobby può essere facilmente usata come capro espiatorio in uno Stato, soprattutto se monarchico assoluto come il Vaticano, è interessante soffermarsi sull’”esistenzialità” stessa della lobby. Bergoglio ha infatti detto che non sa bene ancora come sia composta e strutturata. Ah! bella notizia insomma! Denunciare qualcosa neanche sapendo di cosa si tratti!
Altra affermazione gravissima del Papa, che non abbiamo notato, è stata, riferendosi all’omosessualità,: <<Quando uno si trova perso così va aiutato>>. Perso? Aiutato? Bisogna tornare sulla retta via quindi? E quale sarebbe? Forse Francesco non sa che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già affermato da tempo come l’omosessualità sia naturale. Non c’è nulla che si è perso. E magari l’aiuto sarebbe proprio la tutela da offrire contro le parole omofobe di Sua Santità!
Fortunatamente poi Bergoglio ha detto che gli omosessuali, essendo fratelli, non vanno discriminati – in realtà ha usato la parola ”emarginati”, ma successivamente è stato smentito, per tornare alla versione originale del catechismo. Magari Bergoglio ci avrebbe dovuto anche spiegare come si fa a non discriminare, sempre seguendo il “Signore”, una coppia che magari sta insieme da 50 anni senza alcun diritto. Oppure una coppia che ha un bambino legalmente figlio di solo uno dei partner, che, se muore, se ne va dritto dritto in orfanotrofio alla faccio dell’altro genitore.
Bergoglio poi ci deve spiegare le sue stesse parole discriminanti sul matrimonio tra persone dello stesso sesso in Argentina e magari anche quelle di Giovanni Paolo II, che vedeva le unioni gay come cultura della morte. Toh! Proprio quel Giovanni Paolo II che vuole far santo!
C’è da capire che Bergoglio, come dice Aldo Giannulli nel suo libro su Papa Francesco, è un gesuita e il più grande “dono” dei gesuiti è l’ambiguità. Se bussiamo alla porta di un gesuita, dice Giannulli, che non vuole riceverci ci sarà detto: <<Non c’è>>, invece che <<non c’è per te>>. Semplicemente con un omissione, e non una menzogna ce ne andremo contenti. Un episodio simile è accaduto con l’esorcismo che Francesco avrebbe praticato. Lui non ha detto di averlo fatto. Ma neanche di non averlo fatto. La smentita è arrivata solo da altri esponenti della Chiesa. Così chi ha voluto vedere l’esorcismo l’ha visto. Chi non ha voluto non l’ha visto. E tutti contenti. E così chi ha voluto vedere un’apertura sui gay l’ha vista, chi non ha voluto ha letto la frase per intero e non l’ha vista. E di nuovo tutti contenti.
L’ambiguità è la caratteristica principale di Bergoglio. La Chiesa ha bisogno di recuperare fedeli, sia che siano pro-esorcismo, sia che siano contro. Sia che siano omofobi, sia che siano gay friendly. Poco importa se poi nell’enciclica scritta a quattro mani con Ratzinger, la Lumen Fidei, si ribadisca la posizione contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’importante è apparire in televisione in maniera positiva, far pendere dalle proprie labbra in modo da distogliere l’attenzione sugli scandali, ad esempio, dello IOR. Tanto c’è la lobby gay da incolpare. E in fondo chi sono io per giudicare il Papa?