Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Lavarsi per togliersi di dosso tutte le scorie dell’ultima giornata. Pulirsi. Rinnovarsi. Con l’aiuto dell’acqua fare scivolare addosso tutte quelle cose che da sole non scivolano. Ansie, paure, irrigidimenti, polvere, fango. Sangue.
Studiare per sperare in un domani migliore. Per capire cos’è successo, cosa accadrà. Cosa sta accadendo. Perché ostaggi del terrore e di un minuscolo angolo buio non vadano persi gli sconfinati lidi della passione e della fantasia, che anche il più piccolo degli angoli può contenere. Perché in quell’angolo, qualsiasi sia la sua grandezza, si sostituisca l’ottusità del “dovere” con l’acutezza dei “perché?”, trovando ognun per sé la retta via.
Giocare per cercare ancora altri rifugi, immaginando altre strade, altri volti, ma non altri visi. Per dimenticare. Forse per ridere. Per non piangere. Fregandosene degli avvertimenti e delle minacce, per dimostrare il proprio valore, e il proprio volere.
Preparare la tavola, per mangiare ovvio. Per parlare. Per ritrovare qualche momento di serenità perduta. Per convivialità, condita da un morso di pace e da un bicchiere di riso. Per nutrire. L’anima. A mezzogiorno, per potersi guardare negli occhi.
Ci sono cose da far di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.
Chiudere gli occhi per riposarli. Per riposarsi. Per provare se il trucco di magia funzioni realmente. Per provare a non essere più lì. Perché l’aria tersa e fumosa si fa via via sempre più insopportabile.
Dormire, per dormire. Sconnettersi dalla realtà rimanendone ancorati sul fondo. Per non far esplodere la dinamite nella testa. Non evadere, non fuggire. Dormire.
Avere sogni da sognare.
Orecchie per sentire i rumori sordi dei tuoni, o di checchessia. I messaggi radio. Contenitori che vibrano su mensole, che cadono da mensole, che perdono un’ansa. Per sentire l’ansia. Sono urne senza manico. Ulne senza radio. Orecchie per sentire il peso delle cose. La leggerezza e pesantezza del radio.
Ci sono cose da non fare mai.
Né di giorno né di notte,
né per mare né per terra.
Per esempio….
la guerra.
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